I vermi intestinali, sintomi negli adulti e peculiarità del fastidio
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Come fanno a raggiungere il nostro organismo? Lo fanno attraverso il consumo della carne cotta poco o addirittura cruda, attraverso cibi e bevande che sono stati contaminati dalle uova oppure attraverso il contatto con oggetti contaminati.
I parassiti sono degli organismi viventi che traggono il loro nutrimento dagli organismi in cui si annidano. Nutrendosi, possono riprodursi e crescere.
I vermi intestinali, individuare i sintomi
I sintomi dei parassiti intestinali negli adulti sono di abbastanza facile riconoscimento. I più identificabili sono:
- dolori all’addome
- vomito e nausea persistenti
- presenza di gas nell’intestino
- diarrea con presenza di muco o di sangue
In taluni casi e in base al tipo di elminti, possono scaturire dalla loro presenza anche l’anemia o dei veri e propri deficit della nutrizione; prurito nella zona dell’ano o della vagina, polmonite o tosse secca, orticaria o disuria o ematuria.
Che percorso fanno i vermi intestinali
Le uova dei vermi conducono un viaggio organico e si dirigono verso il duodeno dove si schiudono e si trasformano in larve capaci di aprire un ingresso all’interno della parete intestinale. Dalla parete intestinale le larve giungono al flusso sanguigno fino a infestare i capillari dei polmoni. Dopo una settimana o poco più, le larve si delocalizzano e percorrono il cammino per arrivare alla trachea. A questo punto alcune larve vengono espettorate e altre ingerite per ritornare nell’intestino tenue e sottoporsi al processo di trasformazione da larve a vermi.
Un percorso impressionante che va arrestato nel più breve tempo, proprio per arginare il ristagno di questi esseri viventi e l’insorgenza di complicanze che nei casi più estremi possono essere molto gravi per l’essere umano.
Come intervenire con la comparsa dei sintomi dei vermi intestinali
In presenza dei sintomi di parassiti intestinali urge l’intervento medico. L’esordio della diagnosi avviene mediante l’esame delle feci, o coprocultura, che si svolge con il microscopio e il macroscopio. È sovente che si esegua anche il tape test, altrimenti detto scotch test. Per farlo bisogna mettere un piccolo pezzetto di scotch nell’area anale, zona dove nel corso della notte i parassiti depongono le uova. Questo test va svolto al mattino prima di svuotare la vescica o di defecare. Consegnato in laboratorio il pezzetto di scotch, viene poi appoggiato su un vetrino dall’analista per la valutazione.
Il trattamento dei parassiti intestinali
Per radere a zero la colonia di parassiti che risiede nel nostro corpo, si segue un percorso farmacologico, selezionato in base al tipo di verme che ha infestato l’intestino. I farmaci hanno come principio attivo l’albendazolo, il mebendazolo, il praziquantel, la niclosamide o il pirantel pamoato. Questi farmaci interrompono il meccanismo mitocondriale, che è responsabile del rifornimento dell’energia necessaria ai parassiti per riprodursi.
Si può ipotizzare un percorso “della nonna”?
Si. Le soluzioni suggerite dalle nostre nonne sono un utile espediente. I vermi possono anche essere sconfitti con l’aglio, con il melograno, con la propoli, gli oli essenziali, i semi di zucca, il seme santo.
Prevenire è sempre meglio che curare
Piccoli accorgimenti possono prevenire l’infestazione. Consigliatissimo bere molta acqua in bottiglia quando ci si reca in Paesi a rischio. Si raccomanda di lavare le mani ogni volta che si viene a contatto con oggetto o alimenti potenzialmente a rischio. La carne è meglio cuocerla non al sangue ma ad una cottura più avanzata. Pulire e igienizzare con dovizia i sanitari e i bagni.
Non prendere mai sotto gamba il fenomeno dei parassiti dell’intestino e non sottovalutarne le conseguenze. Se avverti una presenza di uova o di larve non esitare a dirigerti presso il più vicino pronto soccorso.